Evento realizzato con il contributo incondizionato di

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I disordini del movimento costituiscono un vasto insieme di patologie neurologiche tra loro eterogenee per caratteristiche epidemiologiche, eziologia, patogenesi, manifestazioni cliniche e relativa gestione terapeutica. L’elevata complessità di tali patologie risulta paradossalmente intuibile già dalla definizione riduttiva, se non addirittura per certi versi inappropriata, con cui storicamente le si identifica. Le alterazioni a carico della funzione motoria del paziente non rappresentano infatti che una delle molteplici manifestazioni dei disordini “del movimento”, i quali comportano, come sappiamo, la possibilità di una pletora di sintomi non-motori, come ad esempio le alterazioni della sfera cognitiva e comportamentale, spesso nettamente prevalenti nel definire la qualità di vita del malato. Più che come un “disordine”, poi, questo gruppo di patologie spesso si presenta all’attenzione dello studioso come un vero e proprio paradosso. Una riprova di ciò si verifica di solito ogni anno nelle aule universitarie di medicina durante la lezione sui nuclei della base, quando lo studente (di solito il più attento del corso) solleva, all’insegnante intento a districarsi tra vie dirette, indirette e iperdirette, una delle più insidiose tra le domande fisiopatologiche: “ma allora perchè il paziente trema?”. A complicare ulteriormente il quadro, va poi detto che alcuni quadri sindromici nell’ambito dei disordini del movimento, come ad esempio il punding o la sindrome da disregolazione dopaminergica, neppure esisterebbero in assenza di farmaci che il clinico somministra precisamente per trattare i disordini del movimento. Se ancora il lettore non fosse convinto, si tenga allora presente che alcune specifiche problematiche cliniche, per contro, emergono proprio nel momento in cui alcuni tra tali farmaci vengono ridotti o sospesi, come nel caso della sindrome da discontinuazione di dopamino-agonista. E mentre i fisioterapisti ci ricordano che uno stimolo sonoro o visivo, a seconda delle circostanze, può sbloccare un episodio di congelamento della marcia come pure di fatto scatenarlo, non possiamo fare a meno di constatare quanto davvero questi “disordini del movimento” siano un costrutto estremamente complesso e quanto Karl Kraus ci avesse visto giusto, più di un secolo fa, nello scrivere che “la malattia più diffusa è la diagnosi”. Appare dunque evidente che la complessità dei disordini del movimento debba essere adeguatamente considerata da ogni operatore sanitario coinvolto nella diagnosi e nel trattamento di queste patologie. In questa ottica, desideriamo offrire un ciclo di incontri formative che faciliti la condivisione di conoscenze, competenze, esperienze, ed evidenze scientifiche, in particolare stimolando il contributo dei più giovani. Il presente ciclo di incontri, sviluppato in collaborazione con la Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Trieste, vuole essere uno degli strumenti concreti con cui il Fresco Parkinson Institute Italia afferma, ancora una volta, la sua vocazione a ponte formativo tra le molteplici figure professionali coinvolte in un modello di cura multidisciplinare integrato, che consenta un approccio efficace, e personalizzato, in grado di fare la differenza nel vissuto del malato e dei suoi cari.

Dott. Mauro Catalan                                          Dott. Alberto Cucca                                                            

Clinica Neurologica                                           Ricercatore Clinico Fresco Parkinson Institute      

 Università degli Studi di Trieste